L’assegno unico familiare aumenta nel 2025 grazie alla rivalutazione ISTAT e ai nuovi correttivi introdotti dal governo: importi più alti per chi ha figli piccoli, disabili o nuclei numerosi. Ecco come cambia davvero e cosa fare per riceverlo senza errori.
Da quando è stato introdotto, l’assegno unico universale ha cambiato radicalmente il modo in cui lo Stato sostiene le famiglie italiane. È la misura che ha sostituito e accorpato bonus e detrazioni sparsi, diventando un punto di riferimento per milioni di genitori. Nel 2025, però, c’è una novità che ha sorpreso molti: gli importi sono cresciuti in automatico, senza che fosse necessario fare una nuova domanda.
Si tratta di un aumento reale, legato alla rivalutazione annuale basata sui dati ISTAT sull’inflazione, ma anche a una serie di correttivi pensati per favorire chi si trova in condizioni economiche o familiari più delicate.
L’assegno non è più solo un aiuto mensile: è diventato un termometro sociale che misura il costo della vita e il bisogno di sostegno delle famiglie italiane.
Perché gli importi sono aumentati
Ogni anno, gli importi dell’assegno unico vengono aggiornati sulla base dell’inflazione registrata l’anno precedente. Nel 2025 l’aumento è stato più marcato del previsto, superando in media il 6%. È una conseguenza diretta dei rincari su alimentari, energia e servizi che hanno colpito le famiglie tra il 2023 e il 2024.
In pratica, chi nel 2024 riceveva 175 euro al mese per figlio ora si ritrova circa 190 euro. Non si tratta di una cifra simbolica: per una famiglia con due figli, significa 30 euro in più ogni mese, pari a 360 euro in un anno.
L’aumento è automatico e proporzionale: più basso per i redditi medio-alti, più alto per i nuclei con ISEE basso o con più figli a carico.
Ma la vera novità riguarda le maggiorazioni aggiuntive, introdotte per rendere il sistema più equo:
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+50% per i figli sotto l’anno di età, come misura di supporto alla natalità;
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+30% per le madri con meno di 21 anni;
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bonus extra per famiglie numerose, che cresce al terzo figlio e diventa ancora più generoso dal quarto in poi;
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incremento stabile per i figli con disabilità, indipendentemente dall’età.
Chi guadagna di più con il nuovo assegno
Secondo le simulazioni dell’INPS, le famiglie che traggono il maggior vantaggio sono quelle:
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con almeno tre figli;
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con figli piccoli (0–3 anni);
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con un genitore under 21;
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con ISEE sotto i 16.000 euro.
Per queste categorie, il salto può arrivare fino a 100 euro al mese in più rispetto all’anno precedente.
Un esempio pratico: una coppia con due figli di 2 e 5 anni, ISEE 13.500 euro, nel 2024 riceveva 375 euro totali al mese. Nel 2025 ne riceve oltre 440, grazie agli adeguamenti e alle maggiorazioni combinate.
Le famiglie con figli disabili, invece, continuano a ricevere una quota fissa extra che va da 85 a 120 euro al mese per ogni figlio, a seconda del grado di disabilità. Anche questa cifra è stata rivalutata per tenere il passo con l’inflazione.
Come ottenere subito l’aumento
Uno dei vantaggi principali dell’assegno unico è la sua automaticità. Non serve ripresentare la domanda ogni anno, ma c’è un passaggio fondamentale: aggiornare l’ISEE 2025.
L’importo effettivo dell’assegno dipende dalla fascia ISEE: se non si aggiorna, l’INPS continua ad applicare quella precedente, spesso più alta, e quindi accredita solo la quota minima universale (50 euro a figlio).
L’aggiornamento è gratuito e si può fare in pochi minuti tramite CAF o online. Una volta aggiornato, il sistema INPS ricalcola automaticamente l’importo dovuto e lo accredita a partire dal mese successivo.
Chi ha già l’ISEE valido al 2025, invece, riceve l’aumento senza fare nulla: la rivalutazione viene applicata in automatico.
Come vengono calcolati gli importi
L’assegno unico funziona con un meccanismo a scaglioni:
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fino a 16.000 euro di ISEE, spetta l’importo massimo (circa 190 euro a figlio);
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da 16.000 a 43.000 euro, l’importo si riduce progressivamente;
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oltre i 43.000 euro, resta un contributo minimo di 50 euro per figlio.
A queste cifre si aggiungono maggiorazioni cumulabili: per madri giovani, per figli disabili, per nuclei numerosi o per genitori entrambi lavoratori.
Il risultato è una misura molto più flessibile rispetto ai vecchi assegni familiari, che penalizzavano i lavoratori autonomi o i nuclei monogenitoriali.
L’aiuto cresce con l’età (e cambia nel tempo)
Il 2025 introduce un’altra importante novità: l’assegno unico non si interrompe bruscamente al compimento dei 21 anni, come accadeva in passato.
Se il figlio frequenta un corso universitario, un tirocinio o un percorso formativo riconosciuto, il contributo continua anche oltre, fino al completamento degli studi.
Inoltre, per la prima volta, anche i giovani che lavorano part-time o con contratti intermittenti possono continuare a percepirlo, purché il loro reddito annuo non superi una certa soglia (circa 8.000 euro).
Questo significa che un ragazzo universitario che lavora nel weekend o durante l’estate non perde più il diritto al sostegno familiare. È un passo avanti importante verso una politica più realistica, capace di adattarsi alle nuove forme di lavoro giovanile.
Quanto vale davvero sul bilancio familiare
Un’analisi dell’Osservatorio INPS mostra che, con gli aumenti 2025, una famiglia con due figli può arrivare a ricevere fino a 4.800 euro l’anno complessivi. Per le famiglie numerose o con figli disabili, la cifra può superare i 6.000 euro annui.
In termini pratici, si tratta di una tredicesima nascosta che arriva mese dopo mese, alleggerendo le spese quotidiane.
Molte famiglie raccontano di utilizzare il contributo per le spese scolastiche, gli sport dei figli o le bollette. In un periodo di inflazione alta e stipendi fermi, questi aumenti fanno davvero la differenza.
Le prossime modifiche in arrivo
Il governo sta studiando un ulteriore bonus natalità, collegato all’assegno unico, per incentivare le nascite. Potrebbe arrivare una maggiorazione extra per i primi 12 mesi di vita del bambino, oltre al contributo già previsto.
Si parla anche di introdurre un meccanismo di anticipo per neomamme, per ricevere subito la prima mensilità senza dover attendere i tempi dell’INPS.
Nel frattempo, le famiglie italiane si godono un aumento automatico che non richiede domande, non prevede burocrazia e arriva direttamente sul conto, in modo silenzioso ma costante.
Un sostegno che diventa stabilità
L’assegno unico non è solo un contributo economico: è una politica di stabilità sociale. Ogni euro in più versato alle famiglie significa più serenità, più consumi e più fiducia nel futuro.
In un Paese che da anni affronta un calo demografico drammatico, il rafforzamento di questa misura non è solo un aiuto economico, ma un investimento sul domani.