Bonus auto elettriche, cambia la data del click day con nuove modalità che potrebbero semplificare l’accesso ai fondi

Ancora una volta l’attesa per gli incentivi alle auto elettriche si allunga, lasciando scoraggiati molti potenziali acquirenti rimasti a bocca asciutta. Il cosiddetto click day, fissato per il 15 ottobre, è stato annullato poche ore prima dell’inizio. La piattaforma gestita da Sogei per il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) non ha dunque aperto i battenti come previsto. La comunicazione ufficiale è stata sottile e priva di spiegazioni chiare sulle cause di questo stop improvviso, lasciando un alone di incertezza soprattutto riguardo alla nuova data di avvio delle domande. Le famiglie, le microimprese e gli aspiranti automobilisti elettrici attendono risposte che al momento non arrivano, mentre i fondi stanziati restano sospesi in attesa di sviluppi.

La ragioni dietro il rinvio e i possibili scenari futuri

Il motivo del rinvio sfugge ancora ai protagonisti coinvolti, ma alcune fonti vicine al ministero suggeriscono un possibile slittamento al 21 ottobre. Di fatto si tratta di una voce non confermata, un alone di ipotesi che alimenta tensioni e attese tra chi intende usufruire dell’incentivo. Una delle spiegazioni più plausibili si collega all’attesa del rinnovo Istat sulle Aree Urbane Funzionali (FUA), previsto per novembre. Queste aree, che comprendono città con almeno 50mila abitanti e le zone di pendolarismo ad esse collegate, rappresentano un criterio fondamentale per accedere al bonus. L’ultima rilevazione disponibile risaliva al 2011 e contava 83 aree, per un’estensione territoriale che copre oltre 1.800 comuni e coinvolge quasi 33 milioni di abitanti, ovvero oltre il 55% della popolazione nazionale.

Un aggiornamento strutturale può modificare i confini amministrativi ed è presumibile che la piattaforma tecnica debba adeguarsi a queste nuove configurazioni. Non si esclude neppure che la preparazione del sistema informatico di Sogei non sia ancora completata o sufficientemente stabile per gestire l’elevato numero di richieste. Queste ipotesi suonano realistiche soprattutto alla luce di alcuni dettagli tecnici visibili per chi conosce le procedure digitali adottate dal Ministero, come la necessità di aggiornare dati sensibili prima di avviare un processo così complesso e delicato.

Il rinvio pesa sull’organizzazione di concessionari e beneficiari che devono ormai affrontare un continuo gioco di attese e incertezze, mentre i fondi stanziati rimangono intatti in attesa di finalmente essere sbloccati.

Come funziona concretamente il bonus per auto elettriche e chi può beneficiarne

Il sostegno è destinato a chi acquista un’auto elettrica nuova, appartenente alla categoria M1, e procede alla rottamazione di un veicolo inquinante fino alla classe Euro 5. Questo vincolo rende la misura particolarmente incisiva per migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane. L’incentivo si traduce in uno sconto immediato al concessionario, erogato tramite un voucher che varia in base all’ISEE del richiedente.

Le soglie di contribuzione prevedono 11mila euro per nuclei familiari con ISEE fino a 30mila euro, mentre i redditi compresi tra 30mila e 40mila euro possono accedere a un bonus di 9mila euro. Anche le microimprese, con un massimo di 10 dipendenti, rientrano nel perimetro dei beneficiari, in particolare per l’acquisto di veicoli commerciali (categorie N1 o N2). Per queste realtà viene riconosciuto uno sconto pari al 30% del prezzo d’acquisto, sino a un tetto massimo di 20mila euro.

La condizione imprescindibile per il diritto al contributo è la residenza o la sede legale nelle Aree Urbane Funzionali definite dall’Istat. Questo aspetto lega strettamente il supporto pubblico a una strategia territoriale che punta a favorire la mobilità sostenibile nelle zone con maggior densità abitativa e criticità ambientali.

I fondi complessivi messi a disposizione superano i 599 milioni, una somma rimodulata grazie a risorse destinate originariamente al potenziamento delle infrastrutture di ricarica elettrica nel piano Pnrr. L’obiettivo è facilitare la rottamazione di almeno 39mila mezzi inquinanti per introdurre modelli a emissioni zero nel parco circolante italiano.

Il contributo rimarrà operativo fino al 30 giugno 2026 o fino a esaurimento delle risorse. I concessionari hanno l’obbligo di convalidare il voucher entro trenta giorni dalla sua generazione sulla piattaforma digitale, pena la restituzione dell’importo al fondo residuo del MASE.

Le incognite sul futuro dei fondi e le implicazioni per i beneficiari

Al termine del periodo di validità del bonus, nel caso alcune risorse non dovessero essere utilizzate, la normativa ministeriale prevede solo una possibile integrazione attraverso fondi aggiuntivi nell’ambito del Pnrr. Non sono contemplate ipotesi alternative riguardo l’eventuale mancato impiego completo delle somme stanziate. Sembra inoltre improbabile, secondo indicazioni emerse dall’Unione Europea, la disponibilità di ulteriori trasferimenti finanziari per sostenere questi incentivi in futuro.

Gli oltre 597 milioni di euro, originariamente destinati allo sviluppo delle colonne di ricarica, sono stati riconvertiti per supportare un mercato dell’auto elettrica ancora giovane e in espansione. Questo cambio di destinazione dei fondi ha accresciuto la pressione sulle amministrazioni e gli operatori coinvolti, che devono ora garantire tempestività e correttezza nell’erogazione del bonus.

L’andamento incerto di queste misure si riflette inevitabilmente sulla capacità degli automobilisti e delle imprese di pianificare l’acquisto di veicoli a zero emissioni. Per molte famiglie si tratta di un passo significativo verso una mobilità più sostenibile e meno impattante sull’ambiente, mentre i negozianti e i produttori si trovano a dover adattare le strategie di vendita e fornitura a continui cambiamenti normativi e logistici.

La complessità della situazione si percepisce anche nell’atmosfera che accompagna le automobili elettriche, con rivoluzioni lente nelle abitudini di consumo e nel tessuto urbano italiano, una trasformazione che procede a doppio binario tra esigenze ambientali e difficoltà organizzative.